
In Canada si avvia un esperimento sociale che riunisce RSA e orfanotrofi, anziani e bambini sotto lo stesso tetto. Gli anziani ringiovaniscono e i bambini scoprono il valore dei nonni. È un’iniziativa che riscuote immediatamente successo, dati i benefici riscontrati da entrambe le parti.
Gli anziani ospitati nelle RSA- Residenze Sanitarie Assistenziali- hanno accolto bambini orfani presso le strutture in cui alloggiano. È iniziata così una convivenza che ha permesso agli anziani di vivere l’amore per i nipoti e ai bambini orfani di scoprire quanto si possa imparare da un nonno. Un circuito di emozioni va finalmente a colmare il vuoto della solitudine e riserva ai bambini l’amore e il senso di protezione fondamentale alla loro crescita.

Da dove proviene l’iniziativa?
Un’idea senz’altro innovativa ma che affonda le radici nel 1991. A Seattle, nello Stato di Washington, viene messo in atto un esperimento di scambio intergenerazionale: una fusione tra la scuola materna di Providence Mount St. Vincent ed un centro anziani che ospita circa 400 persone. Grazie ad attività ludiche, lezioni di arte o di musica, si istaura un’interazione tra le due generazioni che genera un supporto reciproco.
A questa storia di vita si ispira Even Briggs, regista del film documentario “Present Perfect”. Questo racconta le giornate all’Intergenerational Learning Center (ILC) mettendo a fuoco l’efficacia dell’interazione tra le due generazioni. I risultati dell’esperimento risultano cospicui: la registra americana conferma un preciso cambiamento comportamentale nell’anziano successivamente al contatto con il bambino. Un clima di solitudine e tristezza si trasforma d’improvviso in un’atmosfera gioiosa e gli anziani mostrano un miglioramento delle loro funzioni vitali.
Cos’è lo scambio intergenerazionale?
Il passato mantiene vivo il ricordo della nostra infanzia, delle domeniche trascorse a casa dei nonni, di quando guardavamo nostro nonno lavorare o nostra nonna cucinare.
Bambini e anziani costituiscono due generazioni apparentemente lontane, ma più vicine di quanto si possa pensare. Tanti fattori accomunano le due sfere sociali: il bisogno di essere accuditi, presi per mano ed amati. Entrambi necessitano di qualcuno che si prenda cura di loro. Ma cosa succede se le due generazioni entrano in contatto?

Praticando attività comuni e trascorrendo del tempo insieme, le persone anziane tramandano ai bambini le loro esperienze. Depositari della storia antica e delle tradizioni, offrono ai piccoli un senso di appartenenza rievocando avvenimenti passati. I bambini, invece, contribuiscono al benessere degli anziani, portando una ventata di entusiasmo e vitalità che mantiene attiva la loro mente.
RSA e orfanotrofi: quale prospettiva futura?
Un contatto intergenerazionale è fondamentale per educare al rispetto e alla diversità. I risultati degli esperimenti messi in atto mostrano notevoli benefici, ragion per cui è bene incentivare le attività tra bambini ed anziani. Un modello simile potrebbe essere un punto di partenza per un ampliamento del contatto intergenerazionale in un’ottica futura.

I passi in avanti mossi dal Canada su RSA e orfanotrofi sollevano, però, i dubbi del Presidente di Ai.Bi Marco Griffini. L’accoglienza di un minore abbandonato comporta sicuramente un giovamento alla crescita del bambino ma una soluzione migliore, come ribadisce il Presidente, preferirebbe l’inclusione di una famiglia vera e propria. Si considera, perciò, un ulteriore esperimento: una famiglia che accolga sia il bambino sia l’anziano, rendendoli parte di una relazione familiare.
È fondamentale quanto emerge dagli esperimenti testati: un paese come il Canada conta ancora oggi numerosi casi di abbandoni di minori, emergenza umanitaria che fa riflettere ed incita all’impegno sociale.

Laureata in Lingue Moderne per la Comunicazione Internazionale. Tra l’Università di Roma Tre ed esperienze formative in Provenza e a Lille, ho coltivato la mia passione per la lingua francese. Scrivo per dar voce alle idee. Traduco per render vivo il contatto tra culture.
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