
Il nomadismo digitale, come fenomeno diffuso a livello mondiale, contribuisce alla valorizzazione del patrimonio culturale.
Un altro fenomeno che ha attirato l’attenzione di molti di noi, è quello del nomadismo digitale, nuova forma di lavoro che ha alcune conseguenze, positive e negative, sulla vita quotidiana di ciascuno di noi.

Cos’è esattamente il nomadismo digitale?
Non vi è una definizione da manuale, si può dire che chi sceglie di essere un nomade digitale ha a cuore la propria libertà. Libertà di scelta nel vivere la propria vita e il proprio lavoro.
Il nomade digitale è colui che sfrutta al meglio le nuove tecnologie e il mondo di Internet affinché il lavoro segua la persona ovunque essa si trovi. Cambia così anche il concetto di lavoro, slegato da una solo città, un solo ufficio o un singolo spazio fisico definito come “posto di lavoro”.
Spesso il nomadismo digitale viene stereotipato come la possibilità di viaggiare lavorando, magari andando alle Maldive e ritrovarsi a lavorare in spiaggia seduti su un’amaca.
Comodo e facile lavorare sotto il sole cocente, con una presa di corrente poco vicina e con una postura al limite del comodo? Forse no.

Certo, i nomadi digitali viaggiano, ma il loro ambiente di lavoro non è mai così scontato come il nostro immaginario ci propone.
Pertanto il nomadismo digitale è un movimento di professionisti che fanno della libertà di lavorare, grazie alle tecnologie, in luoghi diversi da quelli a cui siamo abituati, uno stile di vita leggero. Dove lo stress non è contemplato e si può creare con l’ambiente circostante un rapporto diverso, più intimo.
Si va oltre all’ormai conosciuto smart working che però nell’arco del 2020 ha fatto scoprire a molti di noi la possibilità di poter lavorare distanti dalla propria postazione di lavoro, con tutti i vantaggi e gli svantaggi del caso.
Soffermandosi sui vantaggi, il primo che viene in mente è legato appunto al tema del viaggio. Liberi di lavorare in ogni parte del mondo, in Italia chi non lavora in ufficio deve cercare un luogo allo stesso tempo tranquillo e stimolante.

Perché non approfittare del tanto invidiato patrimonio culturale italiano?
Ciascun territorio nel nostro Paese possiede almeno un luogo storico e di tanta cultura che potrebbe fare al caso dei nomadi digitali.
Infatti, un fenomeno parallelo e di accompagnamento a quello dello smart working è l’apertura degli spazi di dimore nobiliari, palazzi storici o musei.
La storia e la cultura del patrimonio di una cittadina si mettono alla mercé di chi vuole lavorare in spazi di ispirazione e condivisione all’interno di ambienti “insoliti”.
Il valore aggiunto di questi uffici condivisi è la storia che essi racchiudono. Sono luoghi in grado di relazionarsi con la persona in maniera intima e di contribuire allo sviluppo di nuove idee.
Numerosi sono gli esempi di enti che hanno messo a disposizione degli smartworkers i propri edifici in Italia e in Europa.
Esplorare e lavorare rilassati è quindi possibile in diverse parti d’Italia. Realtà innovative come quella di Cofoundry di Erica Turchetti, permettono ai lavoratori di godere della bellezza e dell’arte della Fonderia Napoleonica in zona Isola a Milano.
Il restyling dell’antica fonderia di bronzo, tra le più celebri del XIX secolo, ha coinvolto quattro edifici dove non sono stati creati solamente spazi lavorativi ma anche zone relax e ambienti esterni green.

Se ci fosse un concorso per poter lavorare in una location affascinante e ricca di storia?
Da poco c’è un’iniziativa molto interessante a livello internazionale, che vede coinvolto anche il Duomo di Milano. Infatti, si può vincere una giornata di lavoro agile con annessa esperienza unica in location che non ci aspetteremmo di conoscere come ufficio o spazio di coworking.
Il contest internazionale è stato attivato dalla famosa piattaforma di biglietteria online Tiqets e si chiama Work from Here. Tra le location famose e bellissime dove si può sperare di andare a lavorare ci sono Casa Batllò, Centre Pompidou, MoMa di New York, Duomo di Milano e Escher in Het Paleis.
In aggiunta a questo concorso, in Italia ci sono diverse proposte di smart-working che aiutano le persone a uscire da casa e ad esplorare lavorando.
Altro progetto innovativo sulla scia del “natural smart-working” è quello dell’Agriturismo Montagna Verde in Lunigiana. Il progetto è partito ad Aprile ed è rivolto agli amanti della natura.
Sicuramente il connubio tra verde, relax e lavoro non piaceerà a tutti, ma per chi vuole lavorare pensando a tutte queste cose può farlo.
L’immaginazione può diventare realtà. Musei, borghi, castelli, ville storiche e così via iniziano a progettare servizi che soddisfino i bisogni dei nomadi digitali. Il fenomeno del nomadismo digitale porta a numerosi vantaggi per il settore della cultura e del turismo.
Se doveste scegliere di lavorare in smart working lontano da casa, dove andreste?

📅 Since 1995
📍 Saronno, città dell’Amaretto. Continuo a cercare il mio posto nel mondo.
📝Creare, comunicare e viaggiare, con la fotografia e le parole. Obiettivo è di trasmettere il mio sguardo sul mondo e diffondere i valori del patrimonio che ci circonda, incuriosendo e rendendo responsabili le persone di ciò che custodiscono. Arte, montagna e yoga sono medicine naturali per liberare la mente.
💼Laureata in Comunicazione e società nella bella Milano, ho iniziato a lavorare nel settore delle Associazioni di categoria, senza però abbandonare il Digital marketing. La passione per la comunicazione e il turismo mi ha portato a svolgere il Master in Progettazione, comunicazione e management del turismo culturale a Torino.
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