Negli ultimi anni stanno prendendo piede diverse startup direttamente dal sud Italia, con l’obiettivo di soddisfare anche i palati più difficili. Tramite una serie di opzioni selezionabili, si può optare per un’unica prova gourmet, un abbonamento trimestrale o semestrale in base alle proprie esigenze. L’obiettivo finale è quello di potersi assicurare prodotti tipici del sud anche a casa propria, vivendo l’esperienza di un viaggio gastronomico.
Questa è stata l’idea di Arnaldo Derosa, come di molti altri ragazzi Italiani che hanno deciso di sfruttare le potenzialità del paese in cui vivono. Pugliese, con la passione per il buon cibo e la giusta dose di malinconia per una tradizione culinaria tanto apprezzata a livello mondiale. Il progetto nasce nel 2019, quando il venticinquenne decide di realizzare concretamente una battuta lanciatagli dai suoi colleghi: “lo vogliamo anche noi il pacco da giù!”. Detto, fatto.
Daggiù e la sua scelta di qualità
Con la giusta dose di suspence che ogni nuova idea deve avere per stimolare la curiosità del pubblico, viene annunciata la nuova startup Daggiù. Attira così il consumatore di nicchia, colui che predilige il buon cibo alla quantità e non si fa certo mancare una selezione attenta di prodotti.
Nei progetti che trovano terreno fertile quasi esclusivamente online, l’utilizzo dei canali social è d’obbligo. Regola fondamentale è avere una buona vetrina sui principali social media quali Instagram, Facebook e TikTok, più recente ma non per questo meno efficace. Si crea engagement e attivazione dei consumatori inizialmente passivi, trasformandoli in veri e propri prosumer. Per tradurre e rendere più comprensibile questo termine si potrebbe dire semplicemente “consumatore co-produttore”.
Persona quindi che partecipa attivamente alla creazione e diffusione del prodotto per lui, e da lui, realizzato. Questo meccanismo di conversione del pubblico può essere incentivato dal lancio di un hashtag ad hoc, utilizzato poi dagli utenti per la condivisione di contenuti da loro realizzati. La selezione della piattaforma deve essere studiata e attuata sulla base del target group di rifermento, in modo tale da raggiungerlo efficacemente per mezzo di strategie ben precise. I processi di sviluppo della strategia elencati precedentemente, sono stati messi in atto dal giovane pugliese. Il risultato è stato la creazione di una community virtuale solida ed in crescita, soddisfacendo anche l’obiettivo finale di un’azienda grande o piccola che sia: vendere.
La sorpresa che non ti aspetti
L’idea di Daggiù di selezionare sei prodotti a sorpresa, accompagnati da una ricetta che ne permetta la combinazione in un piatto gustoso, è vincente. Il desiderio di sperimentare abbinamenti nuovi e piatti di bell’aspetto da presentare ai propri ospiti, ha portato alla nascita di profili Instagram e format televisivi. Sempre più numerosi e di vario genere, offrono ricette per ogni occasione, perciò la decisione di cavalcare l’onda ed inserirle anche nella box è strategica. Il tutto reso social ed “instagrammabile” dalla cartolina d’autore inclusa nel pacco, realizzata da artisti locali.
Viene messo in luce, però, uno dei problemi maggiormente riscontrati da chi avvia un’impresa nel settore del food: i costi e la qualità delle spedizioni. Il punto di forza è proprio la qualità del prodotto che subisce un calo drastico nella percezione del consumatore se danneggiata anche solo visivamente. Per quanto riguarda le imprese online, la causa può essere associata ad una spedizione poco curata. Il rapporto con le aziende incaricate di consegnare la box in tutta Italia deve essere, quindi, al centro di una costante trattativa economica e di fiducia. È essenziale anche la scelta del packaging che deve rispettare principi di funzionalità, ma anche di creatività.
La cura di ogni dettaglio
Il primo approccio al prodotto acquistato di Daggiù si ha con la confezione esterna. Da qui si coglie immediatamente come il ruolo del packaging si sia evoluto negli anni. L’obiettivo non è solo quello di differenziare il proprio brand dagli altri, ma anche di renderlo unico e facilmente riconoscibile. La scelta dei colori, il materiale utilizzato, la forma e così via, devono seguire logiche ben precise per comunicare al consumatore i valori dell’azienda. La box in questione rappresenta sostenibilità tramite la scelta di un involucro di carta senza troppe pretese, e semplicità per la sola presenza del logo.
Senza sottovalutare quanto precedentemente detto, lanciarsi in progetti digitali di diverso genere può sicuramente essere considerato estremamente strategico. Questo perché, soprattutto in questo periodo storico ed economico che sembra penalizzare il concetto di “fisico” e “statico”, si predilige ciò che rappresenta flessibilità e dinamicità.
Dottoressa in Marketing, Comunicazione Aziendale e Mercati Globali. Studentessa di Strategic Communication, Laurea Magistrale IULM.
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