
Turismo e ospitalità sostenibile come coniugazione del verbo viaggiare, ferito dalla pandemia.
Tornare a coniugare il verbo viaggiare probabilmente è uno dei desideri di tutti noi.
Tante riflessioni e numerose proposte sono nate nel mondo del turismo sostenibile durante questa pandemia. Studi e ricerche recenti affermano che il modo di viaggiare ma anche la motivazione al viaggio cambierà. La direzione sarà verso un turismo più responsabile e sostenibile che preserva l’ambiente.
Il settore dell’ospitalità ha iniziato da tempo a guardarsi intorno e a sviluppare nuove proposte. Alberghi, agriturismi, B&B, ostelli, campeggi e altre diverse tipologie di strutture ricettive hanno iniziato a ripensare, se non a realizzare, un’offerta in grado di soddisfare i nuovi bisogni dei turisti.

I dati sul Turismo sostenibile
Parole chiave da declinare sono esperienza, innovazione, responsabilità e consapevolezza. Elemento distintivo nel mondo della ricettività è quindi quello di sapere ascoltare l’ospite rendendo il soggiorno unico all’insegna della sostenibilità. Si traduce nell’occasione per le imprese ricettive di attivare iniziative rivolte a un turismo sostenibile. Tutto ciò per rispondere efficacemente al 71% dei viaggiatori che vorrebbe più opzioni sostenibili nel viaggio (Sustainable Travel Report 2019, Booking.com).

Il concetto di turismo sostenibile si è sviluppato in seguito all’ingresso nel linguaggio globale di “sviluppo sostenibile”. Questo concetto è stato introdotto nel 1985 da parte della World Tourism Organisation.
Con turismo sostenibile si indica una modalità di viaggio rispettosa del Pianeta, che non altera né l’ambiente naturale, né quello sociale, dando origine a diverse tipologie di sviluppo che conservino il patrimonio culturale materiale e immateriale del territorio.
Il turismo sostenibile coinvolge direttamente il turista nella quotidianità dei territori, facendolo sentire parte di un processo di innovazione e rivitalizzazione socio-economica. In aggiunta lo educa alla sensibilità nei confronti delle culture locali. Si può dire che questo turismo sia un fenomeno complesso e multidisciplinare che oggi ha un ruolo strategico all’interno dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Caratteristica principale di questa tipologia di turismo è quindi quella di rendere consapevoli le persone coinvolte nel viaggio sulle criticità che interessano l’intero mondo.
Un esempio sono l’esaurimento delle risorse naturali non rinnovabili, il cambiamento climatico e la disuguaglianza internazionale e locale.
Ma chi è il turista responsabile?
Eccone un identikit:
- adotta quotidianamente comportamenti consapevoli nei confronti del Pianeta;
- viaggia con mezzi di trasporto poco inquinanti o alternativi all’automobile;
- possiede una maggiore capacità di spesa e il suo livello di istruzione è medio alto;
- sceglie strutture ricettive sostenibile o orientate all’ecosostenibilità.
Il turista responsabile ha quindi caratteristiche specifiche, che però sono in trasformazione considerando la situazione pandemica in corso. Numerosi individui hanno cambiato la propria vita quotidiana, rallentando i ritmi e soprattutto facendo più attenzione all’alimentazione, alla salute e al mondo circostante. Hanno cercato alternative sostenibili e anti-spreco in diversi spazi della casa.

Questa recente consapevolezza individuale avrà risvolti sulle scelte di viaggio. Si andrà così a sviluppare tipologie di turismo che solo qualche mese fa erano considerate come di “nicchia”. Dalle scelte maggiormente responsabili dei turisti deriveranno effetti positivi sulle emissioni di gas serra a livello globale. Nel 2019, secondo gli studi del Cambridge Institute for Sustainability Leadership, il turismo contribuiva al 5% delle emissioni globali e si prevedeva che nel 2035 la cifra sarebbe salita fino al 130%.
La pandemia ha rallentato l’ascesa senza però dare uno stop definitivo a questo trend. Ora più che mai sembra quindi indispensabile diffondere la cultura del turismo sostenibile approfittando dell’onda ecologica caratterizzante i nuovi comportamenti individuali e quotidiani.
Cosa può essere fatto da parte del settore ricettivo affinché il turismo abbia un impatto minore sull’ambiente rispetto a quello previsto?
Prima azione che il settore può fare è quella di rispettare e valorizzare il territorio nel quale opera. Non è sufficiente quindi proporre un’offerta che incontri i bisogni e le necessità del solo turista.
Si deve tenere conto della comunità locale e dell’ambiente che una struttura abita.
Il settore dell’ospitalità turistica per essere davvero sostenibile deve creare una strategia di business responsabile nei confronti dell’ambiente, della comunità di riferimento e dei turisti ospiti. Deve prevedere investimenti nel campo dell’energia rinnovabile e in tecnologie all’avanguardia.

Alcune buone pratiche che alberghi e altre strutture ricettive hanno iniziato ad adoperare per un’ospitalità sostenibile riguardano: l’eliminazione della plastica monouso per limitare il numero di rifiuti, la sostituzione dei set cortesia con dei dispenser ricaribili, l’incoraggiare gli ospiti a un utilizzo responsabile di acqua e biancheria da bagno, la riduzione degli sprechi alimentari utilizzando prodotti a km 0.
Altro approccio da parte del settore dell’ospitalità, interessa la costruzione di nuove strutture partendo dal “concetto dei tre zero”:
- manodopera e materiali da costruzione del posto (km zero);
- corretta gestione dell’energia e attenzione alla riduzione delle emissioni (zero CO2);
- concetto di ciclo vitale nelle tecniche di costruzione (zero rifiuti).
L’ecologia e la bioedilizia sono dunque parole chiave che le strutture ricettive possono sfruttare per proporre offerte rivolte al turista responsabile, che aiutino a godere dell’ambiente senza compromettere la qualità del viaggio.
Esempio virtuoso, è la progettazione e costruzione dell’albergo Svart in Norvegia, ai piedi del ghiacciaio Svartisen, cui lavori dovrebbero terminare nel 2021. Svart sarà il primo hotel powerhouse al mondo capace di generare più energia rinnovabile di quanto non sia necessaria per gestire lo stesso edificio, ma anche per realizzarlo e in futuro per demolirlo. La riduzione prevista del consumo energetico annuale è di circa l’85% rispetto a un comune hotel.
Otre le strutture ricettive
Oltre alla possibilità di costruire strutture ricettive sostenibili, ci sono alcune certificazioni che permettono di ottenere riconoscimento come struttura sostenibile, nonostante non ci sia un criterio univoco.

L’ente che gestisce gli standard globali per il viaggio e il turismo sostenibile, il Global Sustainable Tourism Council (GSTC), ha stilato una serie di indicatori e di norme per il settore con lo scopo armonizzarei diversi programmi di certificazione. Il GSTC ha stilato degli standard minimi a cui un hotel può aspirare e una lista mondiale di enti certificatori per gli alberghi che vogliono ottenere una certificazione come struttura ecosostenibile.
L’ospitalità sostenibile, come costola del turismo sostenibile, ha quindi intercettato il cambiamento. Le singole strutture non possono però creare un impatto positivo a livello ambientale, sociale ed economico se l’intero settore non lotta per fa fronte alle sfide che il presente e il futuro ci riservano.
Qual è la vostra idea di turismo sostenibile?
Avete mai soggiornato in una struttura ricettiva che fa della sostenibilità il fulcro della sua ospitalità?

📅 Since 1995
📍 Saronno, città dell’Amaretto. Continuo a cercare il mio posto nel mondo.
📝Creare, comunicare e viaggiare, con la fotografia e le parole. Obiettivo è di trasmettere il mio sguardo sul mondo e diffondere i valori del patrimonio che ci circonda, incuriosendo e rendendo responsabili le persone di ciò che custodiscono. Arte, montagna e yoga sono medicine naturali per liberare la mente.
💼Laureata in Comunicazione e società nella bella Milano, ho iniziato a lavorare nel settore delle Associazioni di categoria, senza però abbandonare il Digital marketing. La passione per la comunicazione e il turismo mi ha portato a svolgere il Master in Progettazione, comunicazione e management del turismo culturale a Torino.
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