• HOME PAGE
  • LA COMMUNITY
    • LA COMMUNITY
    • I NOSTRI VALORI
  • PARTECIPARE
    • VIDEO INTERVISTE
    • EVENTI DAL VIVO
    • EVENTI A DISTANZA
    • LE RUBRICHE
    • TAVOLI DI BRAINSTORMING
  • Per le Aziende
  • Login
    • REGISTRATI
  • CONTATTI
    • COLLABORA ALLA COMMUNITY

31 Marzo 2021

Circular Fashion Industry: la moda post pandemia

La moda è diventata più sostenibile dopo la pandemia.
Il Covid-19 ha sfidato tante certezze dell’umanità, ma ha anche dimostrato quanto siamo in grado di reagire a minacce come queste. Uno degli aspetti positivi è la ripartenza che il mondo è stato in grado di attuare, basando quasi esclusivamente i suoi valori su sostenibilità e resilienza.

Tuttavia, la sfida è così complessa che richiede il massimo impegno da parte di tutti i sistemi di produzione. Una catena di produzione a circuito chiuso può essere riconfigurata in modo che vengano introdotti sia i materiali riutilizzati, che quelli riciclati provenienti da un ciclo di vita precedente.

Uno dei settori che più coinvolgono l’umanità e che hanno bisogno di guardare al mondo con occhi e cuore eco-sostenibili è quello del fashion, che indiscutibilmente caratterizza la vita di tutti.

moda sostenibile

Produzione circolare come cura per l’industria

I grandi attori del settore della moda hanno l’opportunità di introdurre e rafforzare la sostenibilità adottando cambiamenti strutturali, come ridurre la produzione di abbigliamento stagionale a favore di un modello economico circolare.

Per affrontare questo tipo di cambiamento, dovranno riformulare la loro strategia. Questo è possibile prima identificando e poi catturando il vantaggio competitivo, avendo a disposizione politiche sostenibili che possano favorire maggiore resilienza.

È il momento giusto per mettere in atto un cambiamento tanto necessario per reinventare l’industria della moda e dare inizio ad un futuro eco-friendly per entrare in questo periodo post-pandemia.

moda sostenibile

La circolarità è dunque la strategia che può sicuramente portare ad una crescita etica e permetterà di acquisire maggiore responsabilità sia dal lato dei produttori, che da quello dei consumatori.

Il consumismo e il capitalismo che dominano la società ci hanno educati ad accettare un modello economico errato. A intervalli fissi, le case di moda propongono nuove collezioni, innescando il bisogno di novità a scapito dei capi acquistati di recente, considerati obsoleti e non più di moda.

La circolarità e il riciclo di materiali servono perciò a ridurre la quantità di rifiuti che produciamo,. Questo per impedire che finiscano nella discariche. Per interrompere questo spreco è quindi necessario realizzare prodotti con materiali ecosostenibili.

Le strategie aziendali basate sul recycle

La necessità di progettare un futuro sostenibile attraverso una progettazione basata sul recycle richiede che le aziende adottino diverse strategie:

  • Riorientare i metodi di acquisto verso l’affitto;
  • Vendita di capi in abbonamento;
  • Riparare o rigenerare un capo, creando così un prodotto con un ciclo di vita infinito.

È interessante notare che in questo modello di business alternativo l’attenzione produttiva non è diretta unicamente a come il prodotto è fatto. Piuttosto come viene smontato e riciclato, sviluppando un nuovo processo attraverso il quale i materiali non diventeranno rifiuti nocivi o tossici.

L’economia circolare è quindi il sostituto perfetto del modello lineare di produzione e consumo. Questo cambiamento ha portato anche l’organizzazione delle grandi aziende di moda a seguire un percorso più green. Le aziende hanno così capito come affidarsi ad un modello di produzione sostenibile porti un vantaggio in termini di reputazione. Per questo motivo la grandi case di moda si impegnano a sviluppare policy che incoraggino e migliorino la sostenibilità.

Una moda sostenibile e sempre più green

Il fast fashion è un fenomeno moderno. Segue un modello del take-make-dispose e permette alle aziende e ai produttori di produrre in massa e ai consumatori di acquistare le ultime tendenze a buon prezzo. Sembra una vittoria per tutti finché non si considera il vero costo.

La produzione tessile è diventata una delle industrie più inquinanti, producendo 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. Per tenere il passo con questo livello di consumismo, le risorse naturali sono messe a dura prova. Ciò causa alti livelli di inquinamento, compreso l’uso di sostanze chimiche, coloranti tossici e fibre sintetiche che penetrano nel nostro oceano. Oltre il 60% dei tessuti utilizzati nell’industria dell’abbigliamento sono prodotti in Cina e in India. Qui le centrali a carbone aumentano l’impronta di carbonio di ogni capo.

Il modello lineare di take-make-dispose si basa sull’utilizzo di grandi quantità di risorse ed energia facilmente accessibili, sempre più inadatte alla realtà in cui opera. Nonostante il fast fashion sia un grande business, allo stesso tempo sta uccidendo il pianeta. Per questo è importante riconsiderare il modello dell’industria della moda e le nostre abitudini di acquisto.

moda sostenibile

In parole povere, i prodotti della moda dovrebbero essere concepiti tenendo conto della nozione di efficienza delle risorse, non tossicità, biodegradabilità e riciclabilità. Esse dovrebbero inoltre essere reperite e prodotte privilegiando le fonti riciclabili e le pratiche etiche. Quando i prodotti non sono idonei al riciclaggio, il materiale deve essere biodegradabile e utilizzato come compost per le piante e gli altri organismi presenti nell’ecosistema.

I nuovi valori dell’industria

Per sopravvivere alla pandemia e mantenere forti relazioni commerciali, le aziende hanno dovuto cominciare a fare propri valori come sostenibilità e compassione per la salute, la sicurezza e il benessere dei lavoratori di tutto il mondo. La crisi causata dal Covid-19 può anche trasformarsi in un catalizzatore per il cambiamento, per permettere all’industria di diventare più responsabile. “Più inclusiva e resiliente” è la risposta alle gravi sfide socioeconomiche e interruzioni della catena di approvvigionamento causate dalla pandemia.

L’obiettivo finale della moda circolare è far sì che il ciclo di vita dei capi prodotti non comporti alcun danno socioeconomico o ambientale.

L’importanza della moda sostenibile e circolare per il pianeta e per l’industria

Con la popolazione globale che raggiungerà i 9 miliardi di persone entro il 2030, la natura lotterà per soddisfare le richieste dell’uomo come mai prima d’ora.

Lo scopo della moda sostenibile e circolare è quello di garantire che i vestiti siano realizzati con materiali sicuri e rinnovabili, di dare vita a nuovi modelli di business che ne aumentino il loro utilizzo e che ai vecchi capi venga data nuova vita. Si punta a trasformare l’industria dell’abbigliamento in una realtà cui ogni materiale sia utilizzato (e riutilizzato) in modo sicuro e, soprattutto, sostenibile.

I vestiti sono la pura espressione esterna della nostra personalità ed è importante che noi scegliamo lo stile a noi più adatto. Ma è anche fondamentale, durante la scelta del capo, essere consapevoli dei materiali utilizzati e dell’impatto che il ciclo produttivo può avere sul pianeta.

moda sostenibile
Irene Marino
Irene Marino

Sono laureata in Scienze Umanistiche per la Comunicazione e specializzata in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda.
Le mie passioni sono il canto, la danza e le serie tv. Amo leggere romanzi e libri fantasy. L’ironia fa parte del mio essere, sono molto socievole e solare.
Mi piace organizzare le cose che fanno parte della mia vita, adoro lo stile minimal e i colori pastello.

  • LEGO diventa eco-friendly con una collezione ecologica
  • Milano in fiore e pulita grazie a LifeGate
  • La nuova collezione green di Pinko “Reimagine”
Set your Author Custom HTML Tab Content on your Profile page

Continua a leggere gli articoli…

Entra nella Community

Iscriviti

Leggi gli altri articoli

L’impatto del Covid-19 sulle donne: il report delle Nazioni Unite
Persone

L’impatto del Covid-19 sulle donne: il report delle Nazioni Unite

Gloria Sanzogni
Il nomadismo digitale nella valorizzazione del patrimonio culturale
Persone

Il nomadismo digitale nella valorizzazione del patrimonio culturale

Federica Minotti
Perché le etichette climatiche rivoluzioneranno il settore agroalimentare
Sostenibilità

Perché le etichette climatiche rivoluzioneranno il settore agroalimentare

Federica Morao
Ognuno è meraviglioso: il mese del pride!
Aziende

Ognuno è meraviglioso: il mese del pride!

Jéssica Martins
Food delivery e sostenibilità: il connubio è davvero possibile?
Sostenibilità

Food delivery e sostenibilità: il connubio è davvero possibile?

Gloria Sanzogni
WWF Italia: l’oro blu da salvaguardare
Aziende

WWF Italia: l’oro blu da salvaguardare

Camilla Scandolo
La passione per il Marketing di Lorenzo Ferrari e la nascita di smarTalks
Persone

La passione per il Marketing di Lorenzo Ferrari e la nascita di smarTalks

Federica Morao
Acquainbrick: l’alternativa sostenibile a plastica e vetro
Sostenibilità

Acquainbrick: l’alternativa sostenibile a plastica e vetro

Ilaria Liberti
Cos’è l’inclusione sociale e lavorativa? Ce lo insegna Salvatore Ferragamo
Aziende

Cos’è l’inclusione sociale e lavorativa? Ce lo insegna Salvatore Ferragamo

Gloria Sanzogni
Dal DNA al Digitale: come “improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo”
Persone

Dal DNA al Digitale: come “improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo”

Francesca Bochicchio
Le applicazioni e le startup concentrate sulla calma
Aziende

Le applicazioni e le startup concentrate sulla calma

Jéssica Martins
Sorry, I’m so busy. L’importanza della gestione del tempo.
Persone

Sorry, I’m so busy. L’importanza della gestione del tempo.

Sofia Sartori
La sostenibilità come punto di forza delle aziende
Sostenibilità

La sostenibilità come punto di forza delle aziende

Jéssica Martins
La capacità di adattamento, come lo smartworking potrà renderci più liberi
Persone

La capacità di adattamento, come lo smartworking potrà renderci più liberi

julia campa
La passione per la propria terra: Il pacco Daggiù, nuova frontiera del food
Aziende

La passione per la propria terra: Il pacco Daggiù, nuova frontiera del food

Selena Costanzo
Voice marketing: la capacità di creare engagement e raccontare il brand
Persone

Voice marketing: la capacità di creare engagement e raccontare il brand

Chloe Payer
Treedom: il progetto nato con creatività per una foresta a portata di click
Sostenibilità

Treedom: il progetto nato con creatività per una foresta a portata di click

Gloria Sanzogni
La moda diventa inclusiva e smette di essere una cosa esclusiva
Aziende

La moda diventa inclusiva e smette di essere una cosa esclusiva

Jéssica Martins
La fine della censura cinematografica italiana
Persone

La fine della censura cinematografica italiana

Jéssica Martins
Turismo e Sostenibilità: Voce del verbo viaggiare
Sostenibilità

Turismo e Sostenibilità: Voce del verbo viaggiare

Federica Minotti
{"slide_show":3,"slide_scroll":1,"dots":"false","arrows":"true","autoplay":"true","autoplay_interval":2000,"speed":300,"loop":"true","design":"design-2"}

Categoria: Sostenibilità Tag: fashio, sostenibilità

Precedente
Successivo

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

MENU

  • Home
  • LA COMMUNITY
  • PARTECIPARE
  • Per le Aziende
  • LOGIN
  • CONTATTI

CONTATTI

  • Email
  • Facebook
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Youtube

Copyright © 2023 · THE HUMAN FACTOR - PRIVACY POLICY

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web. Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando nelle impostazioni. Navigando su questo sito ne accetti anche la Privacy Policy.

Panoramica privacy

Questo sito utilizza dei cookie per salvare le preferenze e permettere la corretta visualizzazione del sito. Qui trovate l'informativa sul trattamento dei dati: Privacy Policy.

Cookie strettamente necessari

Questo sito utilizza dei cookie tecnici che permettono di salvare le preferenze relative all'accettazione o al rifiuto dei cookie di terze parti.

Se disabiliti questo cookie, non saremo in grado di salvare le tue preferenze. Ciò significa che ogni volta che visiti questo sito web dovrai abilitare o disabilitare nuovamente i cookie.

Cookie Policy

Cookie Policy di thehumanfactorcommunity.it

I Cookie non strettamente necessari al funzionamento vengono attivati solo cliccando esplicitamente sul pulsante accetta presente nel banner oppure selezionando l'apposita funzione nelle impostazioni.

L'utente può in qualsiasi momento revocare o cambiare la sua preferenza tramite il banner oppure l'icona in basso a sinistra.

Cookie tecnici e di statistica aggregata

I cookie tecnici vengono utilizzati esclusivamente per salvare le preferenze dell'utente così da non dover selezionare di nuovo le impostazioni. I cookie di statistica aggregata e anonima vengono utilizzati per raccogliere statistiche anonime sugli utenti, rilevati in maniera aggregata e senza alcun dato che possa fare riferimento al singolo utente. I cookie sono raccolti tramite la piattaforma Google Analytics con IP anonimizzato. Il luogo del trattamento di questi dati è l'Irlanda, a questo link potete consultare la privacy policy di Google

L'utente può inoltre disattivare l'utilizzo dei cookie o cancellarli tramite il proprio browser web:
Chrome
Firefox
Safari
Edge