
Hermès lancia la prima borsa sostenibile
Hermès sugella il sodalizio con MycoWorks dando alla luce la prima borsa confezionata interamente con pelle vegetale derivata dai funghi Reishi.
Quando pensiamo ad Hermès, ci viene naturale associare il brand alle esclusive borse in pelle. Da sempre queste sono considerate non solo un accessorio, ma un vero e proprio status symbol.
Oggi possiamo trovare in vendita a prezzi da capogiro svariati modelli di Birkin e Kelly, i più noti della casa francese, realizzati in pelle di vitello, ma anche di struzzo o di lucertola. E all’aumentare della ricercatezza dell’accessorio, constatiamo un incremento più che proporzionale del costo riferito allo stesso.
Ma si sa che il settore del Fashion è sempre in movimento e ciò che adesso va di moda, soprattutto nella moda, è la sostenibilità.
È proprio partendo da questo assunto che nel Marzo 2021 Hermès ha dato la notizia di una nuova produzione, interamente sostenibile, della sua Victoria Bag. Questa è stata presentata da poco a Parigi come accessorio di punta della nuova collezione autunno/inverno. Il suo prezzo si aggirerà intorno ai 5.000 dollari in modo da rimanere allineato con la variante classica in pelle di vitello.

Come nasce la pelle di fungo
Volendo essere precisi, non si può parlare di una vera e propria pelle di fungo. Sylvania, questo il nome scelto per il materiale innovativo, è il frutto di una lavorazione del materiale Reishi, brevettato dall’azienda californiana MycoWorks. Si tratta di un prodotto completamente biodegradabile e pertanto, preferibile anche ai modelli della classica eco-pelle.
L’idea di una fibra sostenibile e vegana nasce in realtà dal fondatore dell’allora Startup, Philip Ross. Quest’ultimo ha infatti realizzato che la struttura del fungo Reishi si presta molto bene ad essere modellata al punto di potervici realizzare delle vere e proprie sculture. Così, nel 2013 viene alla luce MycoWorks, frutto della collaborazione con Sophia Wang ed Eddie Paul, che porterà infine nel 2017 al principio del sodalizio con Hermès.
Il vero successo viene però raggiunto nel 2020, anno in cui il materiale è stato presentato alla New York Fashion Week. Qui ha riscosso consensi e finanziamenti di serie B per un totale di 45 milioni di dollari. Tra i benefattori più conosciuti e più generosi anche l’attrice Natalie Portman ed il cantante Elton John.

Un piccolo passo per Hermès, un grande passo per il settore del lusso?
Anche se, come sappiamo, la sostenibilità è un tema all’ordine del giorno, Hermès è la prima grande casa di lusso con L maiuscola che si lancia in un’impresa di questo tipo. A tal proposito, non ci si può però dimenticare del particolarissimo momento storico che noi tutti stiamo vivendo. Se infatti il settore dell’alta moda ha registrato una perdita dei ricavi calcolata in media intorno al 20/30%, il colosso francese ha chiuso l’anno con appena il 6% in meno.
Non stupisce pertanto che questi primi passi verso la sostenibilità siano stati mossi proprio da chi ha accusato di meno le conseguenze della pandemia. Non è però solo questo il motore di tale progetto. Il filo rosso che connette le due aziende è da ricondursi all’importante ruolo che l’artigianato e l’arte in senso lato, ricoprono all’interno delle stesse.
Resta però difficile pensare che la Victoria Bag possa rimanere un caso isolato. Nel grande fermento del momento ci sono infatti numerose start up che, sempre più frequentemente, si inseriscono nel settore del green e del sostenibile.

Non solo Hermès
Un esempio per tutti è rappresentato da Mylo, ex start up fondata da Bolt Threads, che persegue un progetto speculare a quello di MycoWorks. Anche qui la protagonista è una fibra ricavata dal micelio, il cui risultato della lavorazione produce un risultato molto simile al cuoio per tatto e resistenza.
Ma non solo oltre oceano le cose si stanno muovendo: anche l’Italia infatti, non si è dimostrata impermeabile al fenomeno. Tra le giovani realtà che si stanno proponendo sul mercato, possiamo trovare Vegea, con la proposta di un materiale vegano potenzialmente utilizzabile in diversi settori, e Muskin, incentrata sui possibili utilizzi del fungo Phellinus Ellipsoideus.
Non resta pertanto che aspettare le risposte dell’industria del Fashion ad una domanda che oggi è avvertita come prioritaria. Questo vale sia per i consumatori sia per il mercato e che, a giudicare dal successo ottenuto dall’annuncio di Hermès, sarà la chiave per un futuro color green.

Nonostante la laurea conseguita in Giurisprudenza, le mie passioni traggono origine da tutto ciò che è creativo. Amo soprattutto il cinema e nel tempo libero mi diletto studiando calligrafia. Se mi dovessi identificare in un oggetto, questo sarebbe la mia adorata Lettera22.
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